C'è sempre speranza
Certo, non è facile avviare una nuova casa editrice in piena crisi dell’editoria.
Che sia per mancanza di lettori, di buona scrittura o
di risorse economiche, poco importa. Anche la diffusione del digitale, i nuovi
generi e l’autopubblicazione stanno contribuendo a ridelineare il panorama
generale, al punto che, lo ammetto, faccio fatica a seguirne i cambiamenti. Ma
qui a Padova non mi è sfuggita la nuova voce di De Tomi Editore, che ha
esordito lo scorso autunno e ha fatto la sua apparizione ufficiale alla recente
edizione del Salone di Torino.
Leggendo un’intervista in internet a Sergio De Tomi ho
avuto vibrazioni positive per la sua scelta di puntare sulla qualità delle
pubblicazioni, più che sulla quantità. Così ho deciso di seguire le sue mosse.
Alla prima possibilità concreta – la presentazione della raccolta di racconti Diffidate
della realtà di Remo Badoer presso la Libreria Pangea – scambiare due
parole con lui è stato fondamentale, perché ha reso più tangibile la bontà dei
suoi propositi. Sergio De Tomi ha una visione ancora romantica, lo dico in
senso positivo, della figura dell’editore, e l’integrità che trasmette è
rassicurante rispetto a quanto sta accadendo in questo settore.
Ultimamente leggo molte pubblicazioni di case editrici
indipendenti e ho notato diversi gradi di cura del testo. È ovvio, non è mia
intenzione stilare una classifica, è solo un modo per far capire quanto questo
aspetto, anche per deformazione professionale, sia fondamentale nell’esperienza
di buona lettura. Perciò credo che Sergio De Tomi apprezzerà la mia sincerità,
come promesso in questo blog all’inizio, nel concordare con lui: pur credendo
nel contenuto, a causa di qualche imperfezione di forma le prime storie
pubblicate non sono ancora all’altezza del suo obiettivo di valorizzarle.
Nel confronto diretto, riconoscere che il livello
iniziale di cura editoriale non rispecchi la qualità a cui Sergio De Tomi
aspira – e lo ringrazio ancora per la sua schiettezza – di questi tempi mi
sembra qualcosa di prezioso. L’accelerazione sui tempi per varie ragioni non ha
giovato, ma è senz’altro molto apprezzabile il fatto che il processo di
revisione delle prime pubblicazioni sia già in corso per allinearle alle nuove.
Quando s’inizia un’avventura imprenditoriale, credo
che essere accentratori sia l’unico modo per capire se qualcosa non funziona a
dovere nel sistema, oltre al fatto che in fase di espansione si potrà delegare
con maggior competenza. Sergio De Tomi tra l’altro cura personalmente la
comunicazione sui social media e gli va riconosciuto il merito di essere
riuscito a instaurare un dialogo con i lettori che lo seguono e apprezzano
molto la sua franchezza. Raccontare tutto ciò che gli accade, che sia un pregio
o un difetto a prescindere lo identifica.
Questa casa editrice è ancora in una fase embrionale e
la consapevolezza che ci sia ancora tanto da fare e da migliorare fa di Sergio
De Tomi un esempio imprenditoriale di determinazione e trasparenza a cui
ispirarsi. De Tomi è un editore che pubblica sulla base del valore che
intravede nell’opera, assumendosene totalmente il rischio, e non usa strumenti
aggressivi di marketing. Quello che a mio avviso dovrebbero fare soprattutto le
nuove case editrici indipendenti per risollevare le sorti del settore.
Sono andato a vedermi il loro sito. Il tono dei libri mi sembra in linea con i miei scritti. Ci farò un pensiero.
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